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Carnevale Oristanese

Il carnevale nella provincia di Oristano grazie ai suoi risvolti rappresenta uno spettacolo unico che con il suo fascino entusiasma ogni anno un pubblico sempre più numeroso.

Tra i carnevali a cavallo, oltre alla Sartiglia di Oristano spicca sa Carrela ’e nanti di Santulussurgiu.

In entrambi i centri, che vantano una tradizione nell’allevamento e nella preparazione dei cavalli, nelle giornate dell’ultima domenica, lunedì e martedì di carnevale, ormai da secoli si tramandano le tradizionali corse di cavalli e cavalieri. Ad Oristano, oltre alla Sartiglia della domenica e del martedì, la giornata del lunedì è dedicata alla Sartigliedda, a cura della Pro Loco cittadina, che vede i bambini impegnati nel percorso della via Duomo nelle prove della corsa alla stella e delle spericolate evoluzioni in sella ai piccoli ma ribelli cavallini della giara, appartenenti alla tipica razza equina di origine sarda che vive nell’altopiano della Giara di Gesturi. Nelle stesse giornate, a Santulussurgiu, abilissimi cavalieri in abito tradizionale sardo o vestiti con costumi di fantasia, in sella a possenti cavalli affrontano a gran galoppo in pariglie di due o tre cavalieri, un difficile percorso nel cuore storico dell’antico centro del Montiferru. E’ quasi impossibile che Sa Carrela ’e nanti di Santulussurgiu non resti impressa nella mente dello spettatore per la ricchezza delle emozioni vissute su un percorso che vede i cavalli e i cavalieri lussurgesi protagonisti di uno spettacolo straordinario.

Altro importante aspetto del carnevale nella provincia di Oristano è il richiamo ai riti ancestrali che trova un’importante espressione nel fascino e mistero dei Mamutzones di Samugheo e de s’Urtzu e sos Bardianos di Ula Tirso che coperti di pelli di capra, corna su copricapi di sughero, campanacci sul corpo evolto annerito, danzano scomposti intorno una figura animalesca, s'Urtzu, fino al suo sacrificio.

Richiama invece i riti della fertilità il Karrasegare Osinku, il carnevale di Bosa, dove la mattina del martedì grasso si celebra “S’Attittidu” durante il quale le maschere, con indosso l’abito tradizionale femminile del lutto, la faccia sporca di fuliggine e la voce in falsetto, emettono un continuo lamento e chiedono latte alle donne non mascherate. In mano hanno infatti un bamboccio di stracci o un simbolo fallico. La sera le maschere vestite di bianco, con in mano un lanternino, cercano Giolzi, il Carnevale che fugge, nella parte puberale delle persone che incontrano. Ricerca che si conclude con grandi falò in cui vengono fatti ardere i fantocci.

Ma il carnevale è anche gioia ed euforia da vivere in compagnia, che si esprimono nelle sfilate in maschera che animano i centri della provincia e che a Marrubiu con su Marrulleri permettono di ammirare i carri allegorici e godere il clima del carnevale mascherato.

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