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Sancta Sanctorum. L’Arte, lo Spirito, la Carne.

Località
Oristano
Tipo Evento
Mostra d'Arte
Dal
13/04/2019
Al
30/06/2019

Sabato 13 aprile (ore 19.00) presso la Pinacoteca “Carlo Contini” di Oristano sarà inaugurata la mostra Sancta Sanctorum.

L’Arte, lo Spirito, la Carne, dell’artista Ettore Aldo Del Vigo e a cura di Ivo Serafino Fenu. Prodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura col contributo della Fondazione di Sardegna e in collaborazione con la Fondazione Sa Sartiglia, la mostra, per la prima volta, propone tutte le 23 tele – molte di grande formato – della serie Sancta Sanctorum e, insieme, una selezione di opere, documenti, filmati e strumenti che ricostruiscono in maniera organica il percorso di un artista complesso e poliedrico, riconosciuto a livello internazionale e tra i più rappresentativi esponenti di quel “sentire” surrealista che, sottotraccia, ha condizionato, nei secoli, l’arte occidentale. A tale scelta di campo hanno contribuito l’incontro con un maestro del Surrealismo del calibro di Max Ernest e con il conterraneo svizzero Hans Ruedi Giger – il padre dello Xenomorfo, la creatura protagonista di Alien – dal quale ha appreso la tecnica dell'aerografo, con la quale continua a dare concretezza visiva ai suoi sogni e ai suoi incubi. L’allestimento è stato curato dallo scenografo Mattia Enna e da Ivo Serafino Fenu.
 
Tutta l’opera di Ettore Aldo Del Vigo gravita su tre polarità coercitive e ineludibili: l’arte, lo spirito, la carne. Il Sancta Sanctorum è, in tale contesto, un luogo immateriale, metafisico e surreale, uno spazio nel quale le tre polarità si intrecciano, convivono, confliggono e deflagrano, mentre il rapporto con l’arte, nel suo dipanarsi storico e nel suo trasformarsi in tradizione, diviene viscerale e totalizzante. Avvicinatosi all’universo artistico in età molto precoce, in una città come Basilea culturalmente vivace, aperta alle più innovative istanze del contemporaneo e, allo stesso tempo, custode di importanti collezioni d’arte antica e moderna, Ettore Aldo Del Vigo forgia la sua personalità sulle istanze più inquiete del surrealismo europeo, un interesse che culmina e si rafforza con la conoscenza del maestro tedesco Max Ernst.
Ma se il Surrealismo e il suo automatismo psichico divengono, anche per lui, una prassi operativa sempre più insistita e finalizzata alla liberazione dell’essere umano da tutte le convenzioni sociali – prima a livello individuale poi collettivo –, è all’arte e agli artisti del passato che rivolge il suo sguardo, a quel Seicento europeo, barocco, tenebroso e funereo che trova in Caravaggio e nei suoi seguaci, dall’amato Ribera a Rembrandt, i suoi punti di riferimento e di analisi per approcciarsi alla contemporaneità. E la scelta di questi artisti non è causale, sia Jusepe de Ribera sia il grande Rembrandt diedero, dell’opera del Caravaggio, l’interpretazione più estrema, carnale la prima – da far dire a Lord Byron che per la brutalità e la violenza delle suo opere pareva avesse imbevuto il pennello «nel sangue di tutti i santi» –, intrisa di luce interiore la seconda, tanto da trasformare la carne in puro spirito.
 
Alcuni soggetti attraggono l’attenzione di Del Vigo, per lo più San Gerolamo penitente, San Bartolomeo, il martirio di San Sebastiano e pochi altri che, talvolta, si contaminano e si ibridano. A tale proposito l’artista, nel suo continuo oscillare tra il buio più profondo, il lato oscuro dell’animo umano e la luce, afferma: «Nel 2010 dipinsi il mio terzo autoritratto dal titolo Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde in cui viene spiegato questo dualismo. Ettore Aldo Del Vigo uomo, Ettore Aldo Del Vigo artista, il Buio e la Luce, l'uno Materia, l'altro Spirito, in contrasto tra loro ma complementari e inscindibili. È il principio dell'integrazione degli opposti. Solo attraverso il Buio, la Luce prende forma. Solo attraverso il Male, il Bene viene esaltato così come il maschile e il femminile. Son sempre stato convinto che solo attraverso l'esperienza del Buio, della Paura, si arrivi a partorire stelle danzanti. L'uno ha bisogno dell'altro per arrivare alla Conoscenza totale e alla Luce».
 
L’artista, in Sancta Sanctorum, disvela quello che l’apparenza non dice, disseziona le iconografie, le esplora, si insinua al loro interno, sottopelle e nell’essenza più profonda facendole esplodere: una caleidoscopica e allucinata danza macabra, un memento mori contemporaneo nel quale martirio e mortificazione della carne non generano salvezza ma ingenerano angoscia e dissoluzione, seppure, paradossalmente, per utilizzare le parole di Joel-Peter Witkin – un altro grande maestro che indaga il meraviglioso nel contemporaneo violando le iconografie del passato –  «la contemplazione della distruzione non è distruttiva, ma partecipa della costruzione del sacro e del moderno». Insomma, è attraverso la distruzione della tradizione e la putrefazione della carne che può concretizzarsi una rigenerazione dell’immagine e l’artista, un artista-sciamano, rispetto a un passato che incombe e a un futuro incerto, pare far propri i versi del poeta Andrea Zanzotto che in quel passato individua la «Sede del grigiore – già luogo del superfluo», al quale, tuttavia, non è lesinato «il lucignolo di un verso». Ivo Serafino Fenu
 
 
 
Ettore Aldo Del Vigo
Ettore Aldo Del Vigo nasce il 10 dicembre del 1952 a Basilea in Svizzera da una famiglia di emigranti italiani. Dedicatosi sin dall'infanzia al disegno, viene attirato in particolar modo dal Surrealismo che definisce come la «pura essenza della verità interiore». Esegue nel 1965, all'età di dodici anni, il primo dipinto monocromo Autoritratto anziano sulla base di alcuni suoi scritti impostati sulla scrittura automatica. Prima di dedicarsi completamente alla pittura pratica il calcio (a quattordici anni gioca in serie D nel ruolo di “libero“) e, successivamente, si interessa alla musica e in particolar modo alle percussioni come session man suonando in diverse formazioni tra le quali quella dei Black Sabbath. Consegue nel 1969 il diploma in grafica editoriale presso una tipografia locale specializzata in cataloghi d'arte nella quale ha modo, tra l'altro, di conoscere Max Ernst, uno dei massimi esponenti del Surrealismo europeo, in occasione della pubblicazione del catalogo di una sua personale a Basilea. Sempre nel 1969 incontra Hans Ruedi Giger da cui apprende la tecnica dell'aerografo. Nel 1976 si trasferisce in Sardegna a Sassari ed entra in contatto con vari artisti locali. Dopo aver partecipato a numerosi concorsi e collettive d'arte allestisce con successo nel 1978 la sua prima personale. Nel 1998 decora la sede sassarese dell'INA, che gli commissiona dipinti e murali. Nel 1999 esegue una serie di dipinti per la Chiesa di S. Paolo Apostolo in Sassari e nel 2000 entra a far parte del movimento Visionary artmovement di Otto Rapp e, in seguito, di International Surrealism Now di Santiago Ribeiro, da cui scaturiscono una serie di mostre itineranti in Portogallo. Nel 2004 gli viene commissionata una serie di dipinti per la Sala Ricevimenti all'Ambasciata di Londra. Nel 2015 è nominato direttore artistico della TianXing International Art Association in Cina e nel 2016 fonda il MovimentoSurrealistaContemporaneo, nello stesso anno entra a far parte della ArtBank con sede in Cina. Nel 2013 illustra tredici racconti dell’orrore della scrittrice cagliaritana Viviana Guiso. Nel 2017 avviene la svolta: è contattato da uno sciamano con cui intraprende un viaggio interiore alla ricerca e al recupero dei pezzi mancanti del suo puzzle interiore, da cui scaturirà Sancta Sanctorum. A tale serie appartiene anche l’opera S. Girolamo 3, utilizzata come immagine di copertina per il disco Self-Extinction del duo spagnolo Inhumankind e premiata dalla rivista Masterpieces come migliore cover del 2018, mentre l’opera Amore e Morte sarà la cover di un LP di prossima uscita a firma di George Henning con la Macedonian Symphonic Orchestra.